Consigli di Lettura

Pablito El Drito | Novembre, 2021 | them


P. Andreas, “Killer high. Storia della guerra in sei droghe”, Meltemi

Storici, teorici e giornalisti affrontando il legame tra guerra e droga in generale si sono soffermati sull’uso delle metanfetamine durante la seconda guerra mondiale (penso a Ohler) o degli oppiacei nei conflitti dalla seconda metà del diciannovensimo secolo in poi. Invece Peter Andreas, politologo che insegna relazioni internazionali alla Brown Univesity, è andato più a fondo nella questione, indagando come le sostanze psicoattive abbiano avuto un ruolo nella guerra fin dai tempi antichi, sia nel migliorare le prestazioni sul campo di battaglia, sia nella costruzione del potere statale (“state building”). Alcool, sigarette, caffè, the, vodka, oppio, speed e cocaina sono state armi a doppio taglio: hanno aiutato sì a fare meglio la guerra, ma hanno creato anche soldati drogati. Inoltre, tramite la tassazione, in tempo di pace hanno finanziato il potere statale, ma hanno parimenti contribuito a rovesciare governi. “Killer high” è un testo affascinate e ambizioso che cerca di definire un quadro generale della relazione storica tra droghe e guerra. Un filone di ricerca che in generale è rimasto circoscritto alla storia contemporanea, e che invece Andreas riconduce anche alla storia antica, offrendo una prospettiva ampia e di lungo periodo.

R. Gatti e M. Aime, “Conversazioni in alto mare”, Eleuthera

In questo libro appena pubblicato da Eleuthera l’antropologo Marco Aime, specializzato in migrazioni, dialoga con Riccardo Gatti, capitano di Open Arms, sul mestiere di salvare vite umane.
Nelle conversazioni in alto mare tra i due emerge tutta la complessità di una situazione che, per quanto riguarda i salvataggi nel Mediterraneo, negli ultimi anni si è andata involvendo. Da “Mare Nostrum”, operazione italiana del 2013, passando per “Triton”, gestita a livello europeo da Frontex seguendo i dettami di Schengen, a “Themis” e poi “Irini” si è passati dalla ricerca e soccorso dei migranti in pericolo di vita a operazioni militari di controllo delle frontiere tout-court. E parallelamente i soccorritori, quelli che fino a pochi anni fa nella narrazione mainstream erano chiamati “angeli del mare”, sono diventati “taxisti del mare”, accusati di essere in combutta con i trafficanti e dunque ostacolati dalle burocrazie nella loro azione di soccorso. “Conversazioni in alto mare” fa luce sulla complessità di quanto è avvenuto e continua ad avvenire nel Mar Mediterraneo, una strage silenziosa in cui migliaia di persone perdono ogni anno la vita a causa dell’indifferenza delle autorità politiche europee e nordafricane.

Ugo Leonzio, “Il volo magico. Storia generale delle droghe”, Il Saggiatore

Ho scovato questo libro, che è una riedizione dei un testo del 1969, su una bancarella al mercato. É un testo di straordinaria attualità, in quanto Leonzio affronta temi inerenti al dibattito odierno sul fenomeno del “rinascimento psichedelico”, ovvero sulla ripartenza della ricerca scientifica sugli psichedelici, che proprio negli anni in cui l’autore scriveva veniva interdetto a livello planetario, piombandoci nella palude del “medioevo psichedelico”. L’autore, un pioniere in questo tipo di indagine, indaga il tema del superamento dell’io e della ricerca dello stato estatico nelle tradizioni vediche, nelle teofanie delle civiltà precolombiane, nei riti sciamanici, fino a toccare la psichedelia “chimica” del dopoguerra (Hofmann, Huxley, Leary, Groff). Culture e epoche sfilano nelle pagine, non sempre di semplice lettura, in cui si alternano testi religiosi, antropologici e materiali letterari moderni e contemporanei. La lettura offre anche un panorama sulle teorie scientifiche sul funzionamento farmacologico delle sostanze negli anni sessanta, alcune confermate, altre smentite da ricerche degli ultimi decenni. Uno scritto imprescindibile per chi ha interesse nelle sostanze, nella loro storia e nella loro epistemologia.

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