“Us + Them” è più che un film-concerto

Alessandro Volandi | Aprile, 2020 | them


Adesso davvero basta. Non possiamo più restare “Comfortably Numb”. Abbiamo la responsabilità di evolvere a livello emotivo. Ce lo dobbiamo, ci dobbiamo occupare di ciò che è importante per noi e uscire dalla piacevolezza del dubbio. Questa è la stasi contro la quale viene impiegata la magia della musica dei Pink Floyd in “Roger Waters: Us + Them“. La prima impressione è quella dell’ennesimo “film-concerto della band famosa”, in realtà il tema è più ampio, si tratta del bisogno primario che abbiamo di rigenerarci, bisogno che l’umanità continua ad ignorare. Il live di Waters sbandiera con tutte le forze la necessità di coltivare una nuova coscienza collettiva, per cui aprirsi all’altro continua ad essere il solo modo di evitare l’estinzione come specie.

Diretto dal leader dei Pink Floyd insieme a Sean Evans, lo stesso regista visionario di “The Wall“, il film è stato presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2019 ed è uscito ufficialmente al cinema il 2 ottobre 2019, portando sullo schermo un estratto del tour che tra maggio 2017 e il dicembre 2018 ha visto Waters suonare per 157 date tra Nord, Centro, Sud America, Europa e Oceania. Le immagini danno largo spazio al behind-the-scenes del tour, inclusi soundcheck prima dello show e i momenti subito dopo l’esibizione, dimostrando la ricerca di un contatto più intimo con il pubblico, una dimensione emotiva che vada oltre la carica e l’esplosività della musica.

Sean Evans ha presentato il film alla Biennale di Venezia spiegando come l’intento del lavoro fosse quello di suscitare empatia nel singolo essere umano, più che far esaltare un pubblico di massa. Lo sfondo sul quale si muove il film diventa motivo di riflessione sul genere umano, sulla nostra condizione attuale. Una vera e propria chiamata all’azione per lo spettatore, che viene mosso ad interrogarsi sulle influenze che riguardano il suo stato d’animo.

E ancora, un suggerimento per niente implicito: siamo costretti a guardarci dentro e fuori contemporaneamente, a fare attenzione all’ambiente che ci circonda, a pensare consapevolmente al mondo come l’unica nostra casa, un luogo che merita il nostro amore. Questo è il presupposto per l’azione che il film vuole creare.

Ecco una comunicazione diretta tra diverse classi sociali, culture e mondi. Tra strumentali, ballate, assoli, le intramontabili, il climax poetico di “Us+Them“, lo show racconta il tentativo di salvare il mondo dal neocapitalismo che sta distruggendo il pianeta. “Resist“, “Hope” e “Equality” sono le parole che emergono tra un duello con Donald Trump e un turbine di luci apocalittiche in stile Terry Gilliam.

A 76 anni Roger Waters vuole ancora essere un eroe. È narcisista e potente, è portatore di un suono che regge ancora alla grande, con una naturalezza immanente. Suona il basso come un ragazzino, si agita come se fosse ad una manifestazione in piazza. È il brand di se stesso, il personaggio che diventa icona, la musica che diventa storia. E ha tutte le carte in regola per essere il portatore della resistenza contro quella parte di mondo che cerca di disumanizzare la nostra realtà.

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