Silvia Tofani

Vito Lobosco | Gennaio, 2013 | them


Per il mio primo intervento su usthemyours, intervisto Silvia Tofani, classe 1983, fotografa e musicista. Il suo primo ep è sul suo bandcamp, il suo sito invece è silviatofani.com.

 

Prima di tutto parlaci un po’ di te. A che età ti sei avvicinata alla musica e perché?

Darti un’età precisa di inizio è quantomeno impossibile, ma uno dei ricordi impressi riguardo a me e il mio pianoforte risale al film “Lezioni di piano”. Guardai quel film  per caso in tv e rimasi attonita di fronte alla melodia che lo accompagnava. Stiamo parlando chiaramente di The heart asks pleasure first di M. Nyman. Non avevo mai sentito nulla del genere: musica classica ma con dei ritornelli?? Volevo possederla per come potevo, trascinata solo dalla memoria della sensazione in sé. Niente internet, niente mp3, niente youtube. Solo me e il mio ricordo. E così fu.

 

Da cosa partono i pezzi? Da un’idea, da una melodia, da un’urgenza comunicativa?

Le melodie partono da sole.
A volte mi ritrovo a canticchiare qualcosa nella mente, una melodia che cresce da sola e si arricchisce lentamente di suoni, quasi un’immagine da quanto pare reale.
E’ molto bello sapere che l’ inconscio è in grado di comunicarmi qualcosa senza che io debba scomodarmi a chiederglielo. E’ più pratico.

 

Come per i tuoi lavori fotografici, un filo rosso di malinconia attraversa tutte le tracce dell’ep, anche quelle all’apparenza più giocose come “Ballad of a bee”. È una sensazione ricercata o nasce naturalmente?

Vorrei tanto poterti dire che questa malinconia sia una cosa ricercata , ma preferisco  ammettere piuttosto che suonare è un moto necessario per esorcizzarla.

 

Li hai scritti in un periodo preciso della tua vita?

Non ci sono periodi precisi in cui scrivo, spesso rimango per settimane senza toccare il piano. Anche mesi.
D’altronde prima di partorire, è necessaria una gestazione, no? A sto punto allora anche l’accoppiamento?
Sì, ma anche il distacco aiuta..
E’ una vera e propria relazione amorosa insomma.

 

Il paesaggio sonoro spesso scarno, è dominato dalla tua voce, solo il pianoforte ti accompagna costantemente. Come hai lavorato sugli arrangiamenti?

Non ho un metodo di lavoro sai? Semplicemente sovra incido usando diversi suoni e strumenti. Per quanto riguarda le basi aggiunte dopo invece mi sono rivolta per lo più ad amici che volevo rientrassero nel progetto. E’ tutto scritto nel mio band camp.
Le mie canzoni sono tutte prese da registrazioni originali fatte nella mia stanzina ma credo che sia il loro bello, quel senso di vuoto della stanza, di tende tirate e semibuio.

 

I testi sono tutti in prima persona e traspare una ricerca progressiva di se stessi, le tracce sembrano rappresentare momenti appuntati durante un percorso. Milano o altre città hanno influito sulla loro stesura?

La maggior parte delle canzoni che ho scritto nella mia vita sono nate a Berlino dove ho vissuto fino ad un paio di anni fa. Sicuramente ha influito il fatto di essere lontano da tutto e tutti.
Non parlavo una parola di tedesco, ero vegetariana e non mi piaceva la birra, quindi avevo parecchio tempo per farmi gli affari miei.

 

A chi vorresti arrivasse questo ep e come ti approcci al cosiddetto “mercato discografico”?

Questo ep è nato senza se e senza ma. È nato da solo proprio come le canzoni che lo compongono. Non mi approccio ad alcun mercato. Se si parla dell’Italia poi è chiaro che non possa rientrare in un mercato commerciale.
Questo ep è nato per me e sono felice di condividerlo con più persone possibili, ma il suo percorso rimarrà intimo e lento.
Tuttora mi stupisco quando trovo recensioni italiane o estere, ma non per questo sono Lady Gaga o vorrei esserlo..

 

Quale reazione emotiva hanno per te e quale vorresti avessero per chi ascolta?

La prima reazione al riascolto è proprio quella di chiedermi se le persone che ascolteranno la canzone possano intuire quel qualcosa che sul momento non è chiaro neppure a me.

 

È un episodio isolato o credi che continuerai? 

La musica mi accompagna da sempre e per questo per sempre.

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