MAU: il museo di street art nel cuore di Torino

Daniela Porreca | Ottobre, 2020 | them


Arrivando da Corso Svizzera in via Musinè, ci troviamo davanti a un murale di donna (ndr. MERCURIO, “Canto metropolitano”) che, immersa nelle foglie, invita al silenzio come a voler custodire la magia di un luogo altro rispetto alla città metropolitana di Torino; è qui che si apre una delle entrate del MAU, il primo museo a cielo aperto d’Italia.

Fiore all’occhiello dell’ex quartiere operaio Borgo Vecchio del Campidoglio, il Museo d’Arte Urbana sorge grazie alla sinergia di numerose figure ed enti. Lo scopo è quello di ridare vita a un quartiere in decadenza servendosi dell’arte e del coinvolgimento di giovani artisti, i quali sono da sempre il punto di forza del progetto. Di vitale importanza è il carattere di comunità che il MAU richiama, infatti, peculiarità dell’impresa è la collaborazione delle attività e dei residenti che si sono dichiarati ben lieti di accogliere la realizzazione di opere sulle pareti di edifici privati. L’architettura, poi, delle vie coinvolte completa il quadro di “paese nella città”; ci troviamo davanti a strade strette con edifici bassi, ampi cortili, zone verdi e deliziose vetrine di attività artigianali.

A meno di 2km da Piazza Statuto, tra i corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni e le vie Nicola Fabrizi e Cibrario, troviamo più di 137 opere ad attenderci, cui dobbiamo aggiungere quelle della “Galleria Campidoglio”, che adorna le pareti di Via Nicola Fabrizi di quadri in teche di plexiglas, e le “Panchine d’Autore” di Vito Navolio e altri artisti, sparse in Piazza Moncenisio e zone limitrofe.

Lunga è stata la strada che ha portato a un patrimonio artistico così ampio e in continua espansione; tutto è partito da sole 11 opere realizzate nelle estati del 1995 e 1996, per poi proliferare per mezzo di collaborazioni con giovani artisti, contributi del Comune di Torino e la vitale convezione con l’Accademia Albertina, la quale invita periodicamente artisti emergenti a produrre nuove raffigurazioni.  

Momento di svolta per il progetto è l’anno tra il 2000 e il 2001 dove il MAU diventa Associazione autonoma e lancia la sua immagine grazie all’inserimento nella “Carta Musei” della Regione Piemonte; la lungimirante visione di Edoardo di Mauro, presidente e direttore artistico del museo, e delle altre numerose figure che han creduto in questa realtà, trova grande conferma il 12 Aprile 2011 quando, per mezzo dell’istituzione del Comitato Museo Arte Urbana e alla Sottocommissione Arte Pubblica per il quartiere Campidoglio, il MAU diviene ufficialmente una nuova struttura museale cittadina.

Iniziano a fioccare le collaborazioni con vari enti, hanno luogo numerosi eventi tra cui presentazioni per il Salone Off del Libro e nel 2014 arriva un’altra grande conquista: in via Rocciamelone 7/c prende forma la “Galleria del MAU”, sede che da allora ospita mostre, incontri culturali, proiezioni cinematografiche, eventi musicali e iniziative didattiche.

Il 2014 è un anno importante anche per l’entrata in gioco dell’Associazione Volonwrite che ha l’obbiettivo di rendere accessibile la visita del museo; si lavora alla mappatura dei percorsi adatti a chi ha disabilità motorie con visite guidate ad hoc, rese possibile grazie alla produzione di video e un canale di comunicazione sempre aperto con i commercianti e i residenti del Borgo.

Questo potremmo dire essere lo scheletro di una impresa partita dal basso e destinata a grandi traguardi, ma la vera carne sono naturalmente le opere murarie che celano storie, emozioni e riflessioni tutte da scoprire; Gianni Gianasso, Max Petrone, MERCURIO, Nice and the Fox, Vito Navolio, Gaetano Grillo, Mono Carrasco, Antenore Rovesti sono solo alcuni dei muralisti che sono stati coinvolti nell’impresa.
Nice and the Fox e Vito Navolio, per esempio, si sono impegnati nel 2016 in un progetto di Omaggio al Liberty torinese con la realizzazione di quattro donne sulla facciata di un edificio in via Locana.
Lo Grasso Salvatore, in arte MERCURIO, è invece tra i primi undici a salire sulla scialuppa del MAU creando nel 1995 “Canto metropolitano”, murale considerato simbolo del museo ed esempio di una pittura raffinata, colma di citazioni storiche e filosofiche.
Nel 2009 Gianni Gianasso entra a gamba tesa nelle vie del quartiere realizzando opere “frammentate” che si fondono con l’ambiente che le accoglie. Si tratta di illustrazioni ad acrilico su lastre di ferro divise in più pannelli, i quali vengono appesi alle pareti dei palazzi seguendo e interagendo con l’architettura delle facciate; troviamo “Fire” e “Wanda” che alternano i loro pannelli alle porte e alle finestre delle attività ed “Edosauro” che, invece, si incastona nelle finestre del palazzo che lo accoglie.

La passeggiata, che può concedervi una fuga dalla talvolta pesante frenesia cittadina, è stata costruita da loro e molti altri con la passione di chi crede davvero che l’arte possa cambiare le cose.

Lasciatevi coinvolgere!

Un commento su “MAU: il museo di street art nel cuore di Torino

  • Ho abitato per un tot di anni in corso appio claudio ang. via rivara, e con gioia mi soffermavo a guardare quei muri dipinti che mi allargavano il cuore, gli occhi, lo spirito e con orgoglio mi dicevo “ecco, io abito qui!”

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