Due consigli di lettura e due di ascolto!

Pablito El Drito | Ottobre, 2023 | them


Stefano Spataro, “La rivoluzione non ha il codice a barre. Breve percorso di terapia ballardiana”, La nuova carne

Ballard, scrittore antiutopico per eccellenza, apprezzato ovunque l’alienazione post moderna ha avuto modo di prendere il sopravvento, ha ispirato tantissime opere, tra cui “Ballardismo applicato” è forse la più conosciuta. Qualche giorno fa con mio grande stupore mi è stato consegnato manu brevi un libriccino che era sfuggito al mio radar, per un motivo assai banale: è appena uscito, pubblicato da un piccolo e agguerrito editore sotterraneo simpaticamente bordeline, la nuova carne, di cui abbiamo già avuto occasione di parlare in questa rubrica. Ebbene, si tratta di un romanzo breve che ho letto di un fiato. E ammetto che unisce elementi intriganti: la psicanalisi (o qualcosa di simile), che consiste in un rapporto terapeutico asimmetrico consenziente basato (almeno in principio, poi nel libro va anche altrove) sulla parola, e il citazionismo, visto che nella relazione terapeutica di cui il libriccino narra il terapeuta interpreta la realtà tramite affermazioni e interpretazioni del maestro e guru Ballard. Le possibilità sono due e una non esclude l’altra: A) Ballard è il nuovo Freud o Jung, visto che parla di dilaganti psicopatologie in buona parte delle sue opere. B) Spataro gioca con Ballard come un bambino con il pongo. E si diverte un sacco, riuscendo a mettere insieme un simpatico gioco letterario che si legge in un paio d’ore, previa conoscenza delle opere e delle ossessioni del maestro della new wave britannica.

Milesound bass, “Everything’s normal”

Dopo sette anni di lavorazione esce “Everything’s normal”, disco di elettronica idm/glitch di Gianluca Suanno, in arte Milesound bass. Otto tracce in equilibrio tra sperimentazione e ascoltabilità (qualche brano ammicca anche alla dance, per non più di quattro battute però), che rappresentano un salto di qualità nella produzione del musicista milanese, un quasi veterano della scena nonostante la sua giovane età. Un artista dal suono eclettico, che attinge a man bassa dal suono jungle, acid, ambient, house e dubstep, miscelando e shakerando tutto quanto fino ad ottenere una miscela sonora fluida, leggera e onirica. Sette anni bene spesi, speriamo di non doverne attendere altrettanti per una nuova uscita.

Bruno Latour, “Disinventare la modernità”, Eleuthera

Lo scritto appena ripubblicato da Eleuthera è un dialogo. Questo metodo di indagine e divulgazione, inaugurato da Socrate e dall’allievo Platone ventiquattro secoli fa, ha una straordinaria attualità, testimoniata anche dal fatto che l’editore libertario milanese ha pubblicato molte trascrizioni di conversazioni tra teorici. In questo caso le due voci dialoganti sono Bruno Latour, sociologo e antropologo della scienza scomparso l’anno scorso, e il filosofo suo coetaneo Francois Ewald, che ha avuto la fortuna di essere assistente di Michel Foucault. Il tema del dialogo, estremamente attuale e controverso, è il rapporto tra scienza e politica. Un confronto ancora più esplosivo se si pensa che i due dialoganti sono figli della tradizione e della cultura francese, e quindi della tradizione illuministica, che ha reso imprescindibile il legame tra razionalità e democrazia. Come si può fare a interpretare il legame tra i fatti e il loro valore? E come si può entrare in rapporto con le culture “altre”, che si basano su valori diversi, senza ricadere nella “pedagogia del bombardamento”, immagine che ben rappresenta l’atteggiamento di superiorità imperialistica che ha caratterizzato l’arroganza dei poteri occidentali negli ultimi secoli nei confronti delle culture extraeuropee? Questa e altre questioni sono al centro di questo libriccino, densissimo e impegnativo, in questa nuova edizione impreziosito da una nuova prefazione a cura di Telmo Pievani, allievo dell’epistemologo Gulio Giorello.

Jack Bags, “Panorama groove vol.2”, La Sabbia

La Sabbia, cresciuta come un fungo allucinogeno in un umido ma accogliente antro in quel di via Padova, esce con un nuovo 12” di Jack Bags aka Jacopo Sacchi. “Another acid” (A1) è un tormentone minimal/acid con i deliranti vocal di Gab Gato, vecchia volpe dell’electrotech italiana. Segue “Gently glide” (A2), brano lounge dal suono caldo e avvolgente. “Ground controll” (A3) rispolvera atmosfere carpenteriane proponendole in chiave decisamente electro. Il lato b si apre con un brano house (“In my mind”) dal gusto retrò (anni ottanta!), le cui dissonanze non mi convincono particolarmente, poi la situazione riprende quota con “Operating base CS15”, uno scurissimo funk elettronico di matrice detroitiana e chiudere in bellezza con “Underbush”, un’azzeccata ventata di funk sintetico, a mio avviso il pezzo più convincente del disco. Un bel lavoro, soprattutto nel suo versante più electro e funk.

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