Piccole webseries crescono

Gabriele Orsini | Dicembre, 2011 | them


Le web series sono una delle novità più importanti nel panorama dell’intrattenimento. In Italia – strano ma vero – non siamo per nulla indietro da questo punto di vista. È di questi giorni la notizia dell’inizio delle riprese di She died, webserie di genere black comedy (si rifà allo scrittore Neil Gaiman ed alle atmosfere timburtonesche, dice il comunicato stampa) in 10 puntate di 10 minuti. Anche Lost in Google ha fatto parlare molto di sè, principalmente grazie al successo di Freaks ed al tentativo di coinvolgere il pubblico nello sviluppo della trama (ormai, qualsiasi progetto che non sia social sembra destinato a morte certa). Ma tutto è nato da Freaks, che è arrivato prima e che ha coinvolto una serie di protagonisti italiani di YouTube (da Canesecco a Nonapritequestotubo fino a The Jackall), mettendo in saccoccia milioni di visualizzazioni. Certo, le performance attoriali sono discutibili, la vicinanza a Misfits un po’ troppo marcata, il plot (e la fotografia) piuttosto ingenue. Ma Freaks riesce comunque a trattenerti davanti al pc, complice la storia malata dei protagonisti e dei loro superpoteri. D’altra parte, un personaggio capace di viaggiare nel tempo masturbandosi è già garanzia di divertimento assicurato.
Dietro il successo di Freaks c’è Show Reel, l’agenzia di problem solving che ha prodotto la webserie, curato la comunicazione (bello il sito web realizzato da Paopao Studio) e messo a punto le strategie di marketing che hanno permesso ad una modesta serie (dal sapore un po’ casereccio) di diventare un fenomeno da 370mila visualizzazioni in pochi giorni.

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