Consigli di lettura

Pablito El Drito | Settembre, 2022 | them


Aa. Vv. “Ero una fanzine”, Agenzia X

“Ero una fanzine” è una raccolta di testimonianze di giovani che fanno uso di eroina. Una narrazione collettiva – che spazia dal fumetto al memoir, dalla poesia al racconto in prima persona – che ci racconta a quasi cinquant’anni dalla nascita del mass market della “roba” (1974-1975) quello che è lo scenario odierno. Non parlano allarmati sociologi, politici isterici a caccia di voti di mamme ansiose o giornalisti interessati ai click che le storie truci garantiscono copiosi. Parlano ragazzi e ragazze che nella loro vita hanno incontrato questa sostanza e ci raccontano con grande empatia e umanità uno spaccato di realtà che i più preferiscono ignorare o giudicare quasi sempre senza avere gli strumenti per farlo. Ecco, questa raccolta di scritti è uno strumento, un coraggioso strumento messo insieme da tre ragazze esordienti e pubblicato da Agenzia X, editore che si dimostra capace di portare in superficie ciò che si muove nelle vene nascoste della nostra società dolorante. Un libro, un piccolo cult, che non può mancare nella biblioteca del lettore curioso attento alla realtà contemporanea.

Christopher Lasch, Contro la cultura di massa, Elèuthera

La storia delle idee rischia in molti casi di essere un qualcosa di banale e aleatorio, di ridursi a sterile opinione o peggio a polemica tra “addetti ai lavori”. Ebbene, con questo breve e denso pamphlet del 1981 scritto dal raffinato storico e sociologo statunitense Christopher Lasch, il rischio proprio non si corre. Il tema del saggio è il rapporto tra pensiero di sinistra – liberal, radicale e socialista – e cultura di massa. Con parole semplici, mettendo in relazione mercato e cultura di massa all’alba della globalizzazione, Lasch svela il (falso) mito del progresso visto come sradicamento dal particolarismo e dalla tradizione, un tema dato per scontato da molti pensatori sia liberali sia marxisti. Lasch non rigetta in toto la tradizione illuministica europea, ma ne critica le ambiguità e le chine scivolose, un po’ come da questa parte dell’oceano, in Europa, fece il suo amico psicanalista Cornelius Castoriadis. L’agile pamphlet, un attacco sintetico e ragionato alle metafisiche del progresso, è accompagnato da una nuova prefazione di Vittorio Giacopini e da due brevi appendici scritte dal filosofo Jean-Claude Michéa.

A cura di Alan Kent, “Pianeta Banksy. L’uomo, la sua opera e il movimento che ha ispirato”, Mimesis

Edizione italiana di un libro uscito otto anni fa per Michael O’Mara Books, piccolo editore londinese, “Pianeta Banksy” è un agile guida al mondo artistico che il misterioso artista britannico – divenuto nell’ultimo decennio una star internazionale – è riuscito a fare emergere. Nelle 128 pagine illustrate a colori compaiono lavori murari di una cinquantina di artisti o collettivi che si muovono tra street art e provocazione politica e sociale. Tra questi anche gli italiani Orticanoodles, Hogre e Zilda. Le immagini di graffiti, installazioni, stencil art, poesie di strada si incastonano come in un tetris con pensieri degli artisti, brevi riflessioni sull’uso politico dello spazio pubblico e sul rapporto tra arte pubblica e mercato. “Pianeta Banksy” documenta in maniera credibile quanto si è mosso su strade, muri e marciapiedi di metropoli di mezzo mondo. È utile come sourcebook per artisti di strada e in generale per chi si occupa di stile urbano e culture metropolitane.

David Graeber, “Dialoghi sull’anarchia”, Elèuthera

La forma dialogica è un metodo di conoscenza filosofica da oltre due millenni, come ci insegna Platone che lo imparò – tramandandocelo in forma scritta – da Socrate, uno dei grandi sapienti della storia dell’umanità. E non è solo una forma occidentale, come aggiungerebbe il buon Graeber, che ci ha lasciato prematuramente nel 2020, generando un grande vuoto. Il libro or ora pubblicato da Elèuthera è un dialogo tra lo scomparso antropologo militante – nato a New York da famiglia operaia e animatore delle proteste no global a cavallo del millennio – con i tre amici-colleghi Mehadi Belhaj Kacem, Nika Dubrovsky e Assia Turquier-Zauberman. La raccolta di dialoghi offre uno spaccato che interseca filosofia politica e teoretica, antropologia e pratica militante. Il pensiero-azione anarchico per sua natura intrinseca è un qualcosa di fluido, collettivo, che si costruisce di giorno in giorno. Non è incasellabile in regole se non quelle che il gruppo si si dà, esattamente come avviene nel dialogo filosofico. Un libro importante per chi già conosce Graeber e vuole condividere le sue ultime riflessioni, ma anche per chi non l’ha mai letto e così può avere un’introduzione al suo attualissimo pensiero.

Cornelius Castoriadis, “L’istituzione immaginaria della società”, Mimemis

Cornelius Castoriadis è stato un intellettuale militante che ha inanellato una serie straordinaria di carriere in ambiti diversi. È stato infatti economista all’OCSE, quindi psicoanalista e poi direttore degli studi all’ École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Profondo conoscitore della storia della filosofia e della filosofia della storia, della teoria politica come di filosofia teoretica, in questa sua opera fondamentale – una delle più importanti della seconda metà del secolo scorso – cerca di sviluppare un pensiero rivolto al progetto di autonomia individuale e collettiva. Riconoscendo che psicoanalisi e politica confluiscono sul terreno comune dell’autonomia dell’uomo, Castoriadis, avversario di ogni ideologia che minacci l’autonomia individuale e collettiva, riprende e critica i temi di Freud e di Marx mettendo al centro della sua riflessione i concetti di immaginazione individuale e immaginario sociale. “L’istituzione immaginaria della società” è un opera complessa e molto densa di pensiero teoretico che ha rinnovato i paradigmi filosofici di emancipazione precedenti, offrendo una nuova cassetta degli attrezzi ai militanti politici libertari.

Lasciaci un commento