Consigli di lettura di ottobre!
Pablito El Drito | Ottobre, 2025 | them
Luce Fabbri, Critica dei totalitarismi, Elèuthera
In genere in questa rubrica recensisco solo libri appena usciti, ma questa volta faccio un’eccezione. Infatti i temi affrontati nei vari saggi che compongono Critica dei totalitarismi risuonano particolarmente con i momenti bui che stiamo vivendo – tempi di riarmo, guerra, orrori, distruzioni, confusione ideologica – sebbene siano stati messi su carta tra il 1937 e il 1955. Luce Fabbri è una donna del novecento – nasce nel 1908 a Roma e si spegna a Montevideo (Uruguay) allo scoccare del millennio – ma soprattutto è una donna anarchica, nata e cresciuta in un contesto militante (suo padre è Luigi Fabbri, figura di spicco dell’anarchismo italiano, sodale di Errico Malatesta). Nei suoi scritti, chiarissimi, intrisi di profonda conoscenza storica e di senso della realtà, Luce fabbri offre un punto di vista “che va subito al cuore dei problemi, e diciamo pure dello scontro” come osserva Goffredo Fofi nella sua breve nota introduttiva. Attenta osservatrice dei fenomeni sociali, la militante libertaria intravvide l’ascesa della classe tecno-burocratica non solo negli stati totalitari come Unione Sovietica, Italia e Germania, ma anche nell’occidente democratico. Per questo, come ci fa notare Pezzica nella prefazione, l’anarchismo le appare come “la migliore garanzia contro l’affermazione del totalitarismo”. Fabbri in questo libro affronta alcuni dei nodi centrali delle vicende storiche della sua epoca, tragedie umane che sembrano però stagliarsi di nuovo all’orizzonte. Per questo non posso che consigliarvi questa lettura.
In questo nuovo libro appena uscito per Milieu edizioni si incontrano cronaca nera e grande storia. Michelucci, giornalista e traduttore con alle spalle numerose pubblicazioni sull’Irlanda, posa la lente di ingrandimento su un fatto di cronaca avvenuto nel 1975: l’agguato di cui furono vittime le giovani rockstar della Miami Showband, atto criminale in cui tre dei membri della band rimasero uccisi. La strage fu commessa da alcuni killer protestanti inquadrati nell’NVF, una milizia paramilitare lealista, che in quel periodo trasformarono il confine irlandese in una zona di caccia al cattolico. Michelucci ci racconta come a cominciare dalle bombe di Dublino e Monaghan del 1974 la “strategia della tensione” in chiave irlandese vedesse il coinvolgimento diretto di alcuni membri delle forze di sicurezza britanniche e di alti ufficiali di polizia, autorità in linea teorica incaricate di prevenire il conflitto, non certo di alimentarlo. Scritto come un romanzo crime, Il giorno in cui morì la musica non solo fa luce su un episodio che porrà fine all’esistenza della Miami Showband e ai sogni di pace, libertà e giustizia di molti giovani irlandesi di ogni confessione religiosa, ma è anche una ricostruzione storica ricca di dettagli utili per comprendere il dramma del conflitto anglo-irlandese.
Aa.Vv., Questo libro è illegale. Contiene parole che insidiano la “sicurezza”, Altreconomia
Uno stuolo di illustri costituzionalisti, avvocati, storici, filosofi, scrittori, sociologi e attivisti facenti capo a due associazioni – Osservatorio Repressione e Volere la Luna – hanno messo insieme un glossario per resistere alla repressione. Sapere è potere e infatti chi gestisce il potere (e pratica abusi) conosce più parole dei suoi subalterni che li subiscono. In questi anni assistiamo a un estendersi delle logiche da stato di polizia, a una criminalizzazione del dissenso, a un moltiplicarsi degli abusi di potere (si pensi al g8 di Genova o alla deportazione di richiedenti asilo in Albania). È per affrontare i tempi duri in cui viviamo, in cui la democrazia viene smantellata e sostituita con una legalità autoritaria, i diritti negati e le logica repressiva estesa a ogni ambito del sociale, la solidarietà negata e la paura instillata da politici e mass media, che si rende necessaria un’operazione culturale di questo tipo. Il libro appena pubblicato da Altreconomia è un manuale utile per inquadrare l’involuzione delle istituzioni politiche senza limitarsi alla denuncia di ciò che c’è di sbagliato o anomalo in tutto ciò, ma che offre anche delle vie d’uscita a chi vuole resistere all’avanzare della criminalizzazione di vaste aree sociali. È uno strumento di “mobilitazione e di resistenza” – così recita la premessa – “a disposizione di movimenti, attiviste e di attivisti, a tutte le persone di buona volontà”. Consigliatissimo.
Come è possibile che ingenti capitali di provenienza illecita, frutto di evasioni o proventi di attività della criminalità organizzata vengano “ripuliti” rientrino nel circuito legale? Questo saggio appena pubblicato da Altreconomia fa luce sul complesso fenomeno del riciclaggio di denaro, ci racconta i suoi effetti di distorsione della concorrenza e di come il “lavaggio del denaro sporco” si intrecci molto spesso con fenomeni di corruzione. Il libro è molto attento all’evoluzione delle normative, dall’introduzione dell’articolo 648 bis del codice penale (1978) per contrastare sequestri di persona e rapine fino alle più recenti normative europee. Affronta anche il discorso criptovalute, un femoneno relativamente recente – il celeberrimo bitcoin nasce nel 2008, per esplodere nell’ultimo decennio- ma soprattutto gli innovativi servizi di mixing, che offrono possibilità di anonimizzazione delle transazioni. Il saggio contiene anche un’analisi dei settori dell’economia più permeabili ai rischi di infiltrazione mafiosa e riciclaggio: edilizia, mercato immobiliare, ristorazione e “movida”. Il testi si chiude con una panoramica sui “paradisi fiscali”, zona grigie in cui transitano immensi capitali, in una commistione tra lecito e illecito in cui sguazzano professionisti, imprenditori e funzionari che più o meno consapevolmente facilitano le attività criminali di “lavaggio” del denaro . Un libro complesso, soprattutto nella parte sull’evoluzione delle normative, ma che tratta di un argomento che tutti dovrebbero conoscere.