Intervista a CTRL

Nico Angelone | Maggio, 2016 | them


CTRL: oltre il Copyright nella gestione collettiva del diritto d’autore.

Incontriamo Corrado Gemini, tra i fondatori di CTRL [leggasi Control], per farci raccontare il loro progetto: creare un mercato musicale alternativo contrario al monopolio di SIAE nell’ambito del diritto d’autore. Per quali motivi nasce la necessità di ampliare il panorama delle scelte proponibili a un autore che voglia tutelare la propria opera? Quali sono gli obiettivi di questa lotta e quali gli ostacoli che si frappongono al loro conseguimento? Per quale motivo dobbiamo auspicarci un futuro in cui si abbandoni il sistema tradizionale di gestione dei diritti in favore di licenze più flessibili?

 

Che cos’è Control, quando nasce e qual è la sua finalità?

CTRL è una rete di artisti e di operatori del mercato musicale che entrano in relazione attraverso una piattaforma web. Attraverso gli strumenti che questa mette loro a disposizione producono e distribuiscono musica, bypassando nella maniera più totale l’iter della filiera musicale. Vogliamo creare una società di gestione collettiva al di fuori delle logiche del copyright che assuma i caratteri di un vera e propria operazione di tecno politica. Il ragionamento è partito dalla nostra situazione di musicisti e riguarda il mercato musicale, la sua verticalità in termini di strutture e dinamiche di potere. Abbiamo iniziato questo progetto con l’obiettivo di creare uno strumento autosostentante che generi un mercato musicale alternativo basato sulle licenze Creative Commons e dia corpo alla teoria politica del Copyleft. Le funzioni fondamentali di CTRL sono due: creare una rete giuridica collettiva e un macro strumento digitale di autogestione della macchina imprenditoriale del si- stema musicale. Uno dei primi passi per andare verso l’attivazione della piattaforma, che è ancora in fase embrionale, è stato ‘Tutta un’altra Musica’, incontro del 7 Aprile all’Angelo Mai di Roma. Tre giorni prima della scadenza del termine per il recepimento della Direttiva Barnier abbiamo deciso di organizzare un’assemblea di sensibilizzazione sulla situazione del mercato musicale in Italia. Abbiamo così incominciato a impostare un discorso sulla reale possibilità di nascita di un’alternativa a SIAE. Hanno partecipato SoundReef, Claudio Trotta, Simone Aliprandi e altre figure importanti nel dibattito sulla proprietà intellettuale.

 

Quando è iniziato il progetto Control e quali sono i suoi sviluppi?

Da un paio di anni ci stiamo lavorando in tre. Il nostro lavoro in questo momento è ancora di costruzione della piattaforma. Una volta partito, per come lo stiamo pensando ad oggi, andrà contro al concetto secondo cui qualcuno gestisce qualcun altro. Abbiamo previsto che a pieno regime impiegherà una decina di persone, nessuna delle quali avrà però il ruolo di direttivo. Le figure coinvolte nel progetto saranno essenzialmente quelle che permetteranno il suo corretto funzionamento, per il resto sarà tutto in mano alla comunità di riferimento. CTRL non prenderà mai dei diritti della musica degli altri, sarà innanzitutto una certificazione del fatto che ciò che vi esce non è gestito dalle altre collecting society (e quindi comporterà un punto di cesura netta tra il mondo del copyright e quello del copyleft). Avrà poi una funzione di tutela per gli aventi diritto che scelgono vie diverse da quella tradizionale. Lo riteniamo uno sviluppo necessario e naturale anche considerando il panorama internazionale, che si sta muovendo proprio in questa direzione. Ad esempio in Olanda è già iniziata una sperimentazione di coesistenza di copyright e licenze di creative commons, mentre nel nostro paese una svolta simile è lontana anni luce. (È olandese la prima organizzazione che consente ad autori ed editori di musica di aprirsi a Creative Commons, collaborando a favore della cultura musicale del proprio paese, aprendosi ad un panorama di licenze flessibili che concedano agli artisti una maggiore libertà di scelta nel promuovere e sfruttare il proprio operato. Questo scenario rigido è stato temperato dall’iniziativa nata dalla negoziazione tra Creative Commons, Buma/Stemra, il corrispettivo locale della SIAE, artisti ed etichette indipendenti olandesi. La società, d’ora in poi, permetterà agli autori di godere della complementarità tra licenze Creative Commons e il sistema tradizionale di gestione dei diritti, sfruttando le prime per gli usi non commerciali del proprio repertorio e approfittando dei tradizionali meccanismi di retribuzione delle seconde per gli usi commerciali, ndr).

 

Qual è la sostenibilità del progetto? Con quali soldi va avanti?

L’obiettivo è quello di lanciare una campagna di crowdfunding per finanziare la start up del progetto. La sostenibilità a regime dovrebbe invece essere garantita da un piccolo ritorno che le operazioni compiute nella piattaforma forniranno. Quando CTRL sarà attivo avrà forma giuridica collettiva, dunque ognuno dei partecipanti al progetto sarà registrato in CTRL con il proprio account, sia egli artista, editore o altro. All’interno della piattaforma stessa si metteranno in contatto organizzatori e artisti, scaricheranno il pdf del contratto e lo porteranno a termine. L’editore pagherà gli artisti che faranno così un’autoriscossione del diritto d’autore (le modalità dell’operazione dipenderanno ovviamente dagli accordi tra artisti ed editori). Una piccola percentuale su queste operazioni andrà a CTRL. Questo ritorno sarà reinvestito nel progetto che sarà un’entità non profit.

 

Come si configurerà la vostra trattativa con artisti aventi opere già tutelate da altre società di gestione collettiva? Dove sta la chiave per garantire un funzionamento migliore di quello di SIAE?

Per quanto riguarda la questione degli artisti già tutelati da altre società di gestione collettiva, fino al 9 Aprile 2016 nessuno di loro avrebbe mai potuto depositare la propria opera altrove. Dall’11 Aprile nella teoria anche in Italia il muro che impediva a un avente diritto tutelato da SIAE di depositare parte della propria opera in un’altra società è crollato (E’ scaduto il 10 Aprile il termine per il recepimento della Direttiva 2014/26/UE, o Direttiva Barnier, con la quale l’Unione europea ha ridisegnato il mercato europeo dell’intermediazione dei diritti, imponendo alle società di intermediazione una serie di obblighi volti a garantire più efficacemente i loro membri. Nonostante la Direttiva sia datata 26 febbraio 2014, due anni non sono bastati a Governo e Parlamento per recepirla nel nostro Paese con la conseguenza che, da oggi, gran parte delle disposizioni in essa contenute diventano applicabili, seppure in assenza di una legge nazionale, ndr). La difficoltà oggettiva di trovare un artista o un editore che abbia il coraggio di abbandonare SIAE rimane però un grosso ostacolo al cambiamento della situazione di fatto. Per farti capire in che acque navighiamo ti faccio un esempio. Sempre invocando la direttiva, che prevede la presenza di un database di brani unificato a livello europeo con al proprio interno le rappresentanze di tutte le società di collecting, se un dj passa un pezzo nella rete CTRL durante una serata depositata in SIAE, in teoria SIAE dovrebbe pagarlo a CTRL. Facendo ciò però tratterrebbe comunque delle percentuali significative sulla transazione grazie agli accordi di rappresentanza, che le permettono di avere un guadagno (sottraendolo all’artista, infine) anche qualora il brano in questione sia registrato all’estero. Questa situazione, oltre a scoraggiare gli artisti internazionali a esibirsi in Italia, rende la battaglia contro SIAE molto dura nonostante la fine del mandato esclusivo. Allo stesso tempo crea una tensione che sarebbe sciocco non sfruttare per cercare di cambiare questa situazione. La chiave per la soluzione di questo problema e per l’educazione dell’artista alla tutela e alla conoscenza del valore del proprio lavoro sta nella digitalizzazione del processo di autoriscossione dei diritti. Soundreef è un esempio evidente di come la tecnologia oggi permetta di avere facilmente un controllo capillare e in tempo reale di tutto ciò che succede all’opera di un artista.

 

 

Intervista a cura di Giovanni Pagani pubblicata su ACCESSO LIBERO n°12, periodico culturale del LUMe, Laboratorio Universitario Metropolitano

Un commento su “Intervista a CTRL

  • Per quello che ho capito è una bella immagine quella che viene presentata, ma mi viene una domanda tra tante: se io organizzatore di una serata, devo andarmi a cercare nel databese CTRL tutti gli autori dei quali verranno passati i pezzi, e controllare per ogni pezzo la tipologia di licenza, scaricare, compilare e reinviare i contratti a tutti, e poi fare tutti i pagamenti, presumo che mi ci vorrà una persona addetta a fare questo lavoro e che dovrò pagare. Al momento lo faccio fare ad una collective richiedendo un unico permesso e pagando un importo unico. La tecnologia dovrebbe semplificare.

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